Testo di Natale Puleo
Ogni anno, l’ultima domenica di aprile, celebriamo nella nostra Parrocchia la festa di San Pietro Martire: festa che coinvolge tutti noi che viviamo in Sant’Eustorgio e tutti i devoti di Pietro da Verona sparsi per la diocesi di Milano e oltre. Questa festa offre ai tanti fedeli devoti di San Pietro da Verona l’occasione di rinnovare la propria fede nel “protettore dal mal di testa” che invoca sollievo alle proprie sofferenze attraverso il contatto diretto del proprio capo con l’urna che contiene il corpo del Santo.
È infatti questo uno dei segni della devozione al Santo: secondo la tradizione, il giorno della festa di San Pietro chi soffre di mal di testa passa sotto l’arca che custodisce il corpo del martire e la sfiora con il capo (i bassi di statura si accontentano di un contatto con le colonnine).
Ma la tradizione di “picchiare la testa a Sant’Eustorgio” non è l’unico gesto che si compie in occasione della festa di San Pietro. Prima della celebrazione della Santa Messa vespertina, infatti, la testa del Santo racchiusa in una teca di vetro viene portata in processione all’interno della basilica e posta sul presbiterio per la venerazione dei fedeli: osservando nella teca la sommità del cranio, si può ancora oggi notare la vistosa frattura provocata dai terribili fendenti del falcastro di Carino, l’uccisore di Pietro. I fedeli possono anche avvicinarsi e dare un bacio a un’altra reliquia posta nella sacrestia monumentale.
lnoltre, all’inizio della celebrazione, viene dato fuoco a una piccola sfera di cotone, ancorata a una struttura di ferro e sospesa sopra l’altare. La sfera, consumata dal fuoco, simboleggia i nostri peccati che vengono “inceneriti” dalla potenza salvifica della fede in Cristo, quella fede che Pietro da Verona confermò scrivendo sul terreno con il proprio sangue la parola “credo” prima di morire.
La presenza di San Pietro da Verona nella nostra parrocchia è particolarmente diffusa: dalla Cappella Portinari, dove il suo corpo è custodito nella maestosa arca scolpita da Giovanni di Balduccio, alla Sala capitolare dove è presente un’antica pala che lo raffigura, fino alla statua posta in cima a una colonna e collocata nella piazza antistante la basilica, quasi a rappresentare una protezione salvifica dall’alto verso tutti i parrocchiani e frequentatori di Sant’Eustorgio. A sinistra della facciata della basilica, inoltre, è visibile la piccola tribuna da dove Pietro incoraggiava i milanesi a seguire la vera fede.
Ancora oggi la devozione al Santo domenícano porta tantissimi fedeli a visitare la basilica di Sant’Eustorgio in occasione della festa di San Pietro da Verona, un evento che rappresenta un preciso e antico riferimento nella tradizione ecclesiale ambrosiana.
LE MISERICORDIE
ln San Pietro noi celebriamo la testimonianza del martirio per amore della fede in Cristo e dell’annuncio del Vangelo, martirio che nasce e si alimenta nell’Eucarestia. ln un mondo contemporaneo in cui va scemando sempre più il senso del sacrificio per gli altri, la capacità di donare gratuitamente agli altri, il lottare per il bene comune, il messaggio di Pietro da Verona diventa ancora più attuale e coinvolgente.
Questo messaggio ci viene ricordato visivamente dagli amici della “Misericordia“, sempre presenti nella solenne ricorrenza dell’ultima domenica di aprile, che quotidianamente sul campo diffondono il messaggio del loro fondatore mettendolo in pratica in tutte le forme di aiuto al prossimo che la loro organizzazione prevede: dal servizio di pronto soccorso con ambulanze, al sostegno materiale e morale verso i più poveri ed indigenti. Così sulle basi dell’aiuto fraterno ai bisognosi nel lontano 1244, Pietro da Verona fondò la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze.
La presenza alla festa di San Pietro della Misericordia milanese e di altri centri quali Arese e Segrate è molto viva e partecipata: oltre al personale in tenuta operativa, nella piazza antistante la basilica vengono parcheggiati alcuni automezzi delle Misericordie, benedetti dai celebranti.
Presenziano anche membri della confraternita vestiti con tuniche nere: la veste che indossano (detta anche “gabbana”) è cinta da una corona del rosario ed è fornita di un cappuccio (la“buffa”) per nascondere il volto di chi la indossa, in modo da non essere riconosciuti da chi usufruisce dell’aiuto fornito. Un tempo la veste nera era indossata in occasione della triste operazione di recupero dei corpi di chi era morto abbandonato per le strade.
La vita di Pietro da Verona indica l’importanza e il richiamo particolare che hanno i santi per altri santi: nei suoi anni giovanili fu fondamentale per lui l’incontro con San Domenico ed è davvero degno di nota che il suo stesso assassino, Carino Pietro da Balsamo, si penti del male compiuto, entrò in convento e, dopo una lunga vita di umiltà e penitenza, fu beatificato. Ecco, la presenza tangibile di Pietro da Verona nella nostra parrocchia sia da stimolo per tutti noi a perseguire l’obiettivo di diventare santi.