Ci sono storie così incredibili che sembrano scritte da un fantasioso narratore, ed invece, se vai a vedere, scopri che per lo meno qualcosa è successo davvero. Questa è la storia di un tesoro, un imperatore malvagio e un principe… della Chiesa.
Quando Friedrich Hohenstaufen nel 1162 assediò e distrusse Milano scoprì che nella città era custodito qualcosa dal valore inestimabile. Qualcosa di importantissimo. Che lo avrebbe per sempre riconosciuto come paladino e difensore della fede Cristiana. A questo punto occorre tornare indietro nel tempo di 800 anni...
Siamo intorno al 345 e c’è una scena singolare: un carro trainato da buoi sta trasportando un sarcofago gigantesco verso la chiesa più importante della città. Non era ancora giunto però a porta ticinese, che improvvisamente si fermò, e non ci fu proprio verso di farlo proseguire.
Così il vescovo di Milano, che si chiamava Eustorgio, tagliò la testa al toro (in senso figurato) e costruì una chiesa proprio lì per potervi porre il mastodontico sepolcro con tutto il suo contenuto. Non era altro che il prezioso dono fatto dall’imperatore romano come riconoscimento del titolo di vescovo.
Allora non si andava per il sottile, e non essendoci ancora il primato della chiesa di Roma, tutti i vescovi, una volta eletti, dovevano andare a Costantinopoli e farsi nominare tali direttamente dall’imperatore. Così Costanzo II fece dono ad Eustorgio delle reliquie dei re Magi. Un regalo con un peso simbolico fortissimo, ma anche fisico, dal momento che, con le sante reliquie, il nostro vescovo doveva portarsi fino a Milano anche il mega-contenitore. Ed eccoci all’immagine dei buoi che si fermano a pochi passi dall’ingresso in città, e alla prontezza di Eustorgio, che così edifica quella basilica che sarà intitolata proprio a lui.
Tornando a quel fatidico 1162, troviamo l’Hohenstaufen tra le rovine della città di Milano che si appresta a trafugare le preziose reliquie. Prende però solo ciò che gli interessa, lasciando il pesante sarcofago al suo posto. I resti dei Magi vengono spediti all’istante a Colonia, in Germania, dove l’Hohenstaufen ha un suo fidato collaboratore.
Le reliquie ora sono sue a tutti gli effetti e da queste ne deriverà una maggiore protezione divina. Chi non la prende bene ovviamente sono gli abitanti di Milano: privati della loro città e adesso anche di quelle ossa che tanto adoravano.
Di fatto il nostro Friderich Hohenstaufen, forse per questa sua abilità nel trafugare, è passato alla storia con un soprannome dai toni pirateschi: Barbarossa. L’imperatore Federico Barbarossa.
Così oggi nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano troviamo l’antico e gigantesco sarcofago completamente vuoto.
Del resto le reliquie sono ancora tutte a Colonia. O meglio… non proprio tutte. Perché di fronte all’immenso sarcofago milanese, c’è una teca con una piccola urna. La didascalia dice che lì dentro ci sono due peroni, un’ulna e una vertebra dei re Magi.
Che si sia salvato qualcosa dall’avidità del Barbarossa? Neanche per sogno. Semplicemente nel 1904, l’arcivescovo di Milano Andrea Carlo Ferrari, riuscì a farsi restituire dal suo collega di Colonia, una piccola parte di quel “tesoro” rubato quasi 750 anni prima. E poi i re Magi sono celebrati per aver compiuto quel viaggio da oriente fino a Betlemme, però il cammino più lungo e appassionante l’hanno percorso dopo; molto dopo.